A diciassette anni dall’emanazione del Decreto 231 e indipendentemente dai rating circa la sua metabolizzazione da parte delle organizzazioni che hanno deciso di implementarne le indicazioni, un merito è stato quello di far acquisire all’avvocato-giurista, da sempre identificato come l’avanguardia nelle liti giudiziarie, la consapevolezza che l’attività d’impresa necessita di un’attività di consulenza prodromica al realizzarsi delle criticità da risolvere nelle aule di giustizia, battezzata con il tipico anglicismo Corporate compliance.

Tralasciando riferimenti statistici affidati a calcoli che richiedono spazi e luoghi adeguati, di sicuro tutte le imprese che hanno deciso di dotarsi di un Modello Organizzativo Gestionale, di un Codice Etico, di protocolli, procedure e policy che identificano il modus operandi di una vision tipizzata dai canoni della norma, hanno registrato risultati di performance al di sopra della media, attestandosi quali imprese che non trascurano momenti dell’organizzazione aziendale che privilegiano l’etica, la correttezza nei rapporti commerciali e con gli stakeholders e la più stretta osservanza delle norme di settore con conseguente reputazione di affidabilità mai come oggi necessaria.

Con particolare riguardo alla corruzione, per gli ortodossi della Compliance, nel 2016 ha esordito la norma internazionale ISO 37001 ancora sconosciuta dai più, ed indigesta per altri, ma che prospetta un orizzonte ricco di opportunità di fare impresa animati da uno spirito nuovo, sicuramente di elevata competitività che ha motivato anche il legislatore italiano, al riconoscimento tramite il rilascio del Rating di legalità tramite l’AGCOM.

Questo è lo spirito che motiva Omniapart fin dalla fondazione, sia nella gestione interna, sia nel Core Business che ne fa uno dei testimoni di maggiore esperienza sul campo di questo nuovo scenario.

L’esempio pratico è sempre il più idoneo per la comprensione di un argomento, in questo caso l’importanza delle prescrizioni della norma, per cui si indica la pronuncia della corte di Cassazione penale sezione III n.9072 del 17/11/2017 reperibile al link riportato di seguito.

Articolo a Cura dell’Avv. Franco Delli Paoli, Senior Executive Ethics & Compliance