L’esperienza decennale maturata nel settore della compliance e l’approccio multidisciplinare mutuato dai servizi di consulenza direzionale fanno ritenere la ISO 37001:2016 non già l’ennesimo schema di certificazione ma un vero e proprio framework, che potrà colmare le carenze dei sistemi di compliance in un’ottica worldwide.
Invero sebbene l’Italia presenti il migliore approccio legislativo alla compliance, grazie al novero continuo di reati presupposto al D.lgs. n. 231 / 2001, con la ISO 37001 viene sfatato il mito dell’inesistenza di una certificazione atta a prevenire non solo fenomeni corruttivi ma anche fenomeni diversi che incidono sulla validità ed efficacia dei modelli di compliance tout court.

La premessa al nuovo schema di certificazione è chiara, applicabile solo alla prevenzione di fenomeni corruttivi ma analizzando bene il testo si individua la possibile applicazione a tutti quei reati presupposto che esulano dal ciclo passivo e che sono indirettamente valutabili come processi non-finanziari.
L’integrazione dello schema ISO 37001:2016, garantita dalla presenza di un indice di alto livello analogo a quello degli schemi di nuova edizione ISO 9001 , ISO 14001 etc., non deve indurre a facili conclusioni in merito alla sua implementazione ancorchè, la possibilità di attuare la stessa come Framework di riferimento proprio perché esula dagli aspetti normativi propri, consente la naturale ed efficace estensione a tutta la parte di controlli su processi sensibili ai fenomeni indirettamente connessi ad eventi corruttivi.
La sintesi estrema di tutto questo potrebbe valutarsi come una formula rivoluzionaria che, partendo dalle tre estensioni in termini di rischio, interlocutori e processi sensibili, consente di conseguire abilmente un modello efficace e controllato.

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